terça-feira, 3 de maio de 2016

Roma romantica, nel Giardino degli Aranci dove baciarsi è un must

  • A Roma rinasce il Giardino degli aranci sull'Aventino
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E' uno dei luoghi più belli e romantici di Roma, meta tradizionale degli innamorati. Dopo anni di degrado rinasce in occasione del Natale di Roma numero 2769, il Giardino degli Aranci all'Aventino, uno degli spazi verdi più famosi.
Viene restituito come lo aveva progettato l’Architetto Raffaele de Vico nel 1932, grazie alla Fondazione Sorgente Group che oltre a curare la manutenzione ordinaria del parco per tutto il 2016, ha recuperato il verde (prato, aiuole, cespugli e arbusti), ha sistemato e ripristinato l’arredo del parco (panchine in travertino e ghisa, ricollocato i cestini per il pattume), ripristinato la funzionalità dei cancelli, ricollocati cartelli con divieti e norme di comportamento, rimesso in funzionamento l’impianto di irrigazione, riempito buche e reintegrato il brecciolino nei viali e nelle aree calpestabili, effettuando un’opera di restauro e recupero.
Valter Mainetti, il presidente di Sorgente Group che ha finanziato l'opera ha detto: "Siamo pronti,  a mantenere il giardino sempre così, ma chiediamo la presenza di un vigile. Vorremmo fare uno studio accurato sulla storia di questo posto tra il 1000 e 1300 affidandolo al professor La Rocca". I lavori erano iniziati a gennaio 2016. "Il sistema dell'adozione significa la possibilità di prendersi cura di un luogo. E qui avevamo un punto di partenza complicato perché il degrado era antico. Persino aprire e chiudere i cancelli era difficile", ha ricordato il Sovrintendente ai Beni Culturali, Caudio Parisi Presicce. Il commissario straordinario Tronca ha sottolineato come sia stato "restituito al suo splendore uno dei luoghi più significativi di Roma".
“Ci sono voluti cinque mesi – ha rilevato Paola Mainetti, Vicepresidente della Fondazione Sorgente Group, che ha seguito da vicino il ripristino – per riportare l’area alla originaria bellezza, ma ora il lavoro che ci aspetta è mantenerlo in questa condizione, non solo con attività di manutenzione ordinaria, ma soprattutto cercando di promuovere con la cartellonistica e l’adeguata vigilanza un comportamento dei visitatori consono ai valori storici e ambientali del luogo”. 
Il recupero del Parco Savello, meglio noto come Giardino degli Aranci, rientra in un progetto pilota: per la prima volta è stata adottata un’area verde sottoposta a tutela, grazie all’accordo con il Dipartimento di Tutela Ambientale del Comune di Roma. “Questo genere di iniziative – ha dichiarato Sabrina Alfonsi, la Presidente del Primo Municipio - corrisponde in pieno alla nostra idea di governo del territorio, attraverso la partecipazione attiva e il contributo finanziario di cittadini e imprese che hanno a cuore la nostra città. Per fortuna la nostra città è sede di Fondazioni – come quella di Sorgente Group, che ringrazio moltissimo – ed altri soggetti economici pronti a mettere a disposizione le loro risorse professionali e finanziarie per far sì che nostra città possa tornare a splendere”.
La convenzione, firmata a novembre dello scorso anno dal Prof. Valter Mainetti, Presidente della Fondazione Sorgente Group e dal Dott. Antonello Mori Direttore Servizio Giardini di Roma Capitale, ha posto le basi per un Disciplinare Tecnico Manutentivo applicabile poi a tutte le aree verdi di pregio. “La Convenzione firmata con la Fondazione Sorgente Group rientra tra le strategie di miglioramento e di cura delle aree verdi di pregio della nostra Città, con il contributo e la collaborazione di soggetti privati in qualità di mecenati. – ha dichiarato Antonello Mori – Roma è dotata di un patrimonio vegetale ricchissimo, prezioso e variegato, tale da poterla considerare una città giardino. Il suo patrimonio verde va curato e salvaguardato nel tempo”.
Un'altra iniziativa della Fondazione Sorgente Group, che riguarda il rilancio di tutta l’area nord occidentale dell’Aventino è stata annunciata  la proposta prevede la realizzazione di un’indagine archeologica a cura del Prof. Eugenio La Rocca, nel giardino degli Aranci e nell’antica strada del Clivo di Rocca Savella, che contribuirà ad approfondire le varie fasi di insediamento e di trasformazione di quest’area del colle, la presenza fin dall’antichità di ville accanto alle mura serviane e di importanti dimore dell’Alto Medioevo appartenenti all’aristocrazia romana. Era qui la residenza degli imperatori del Sacro Romano Impero, tra cui l’imperatore Ottone III. Fu infatti Ottone III a completare l’incastellamento dell’Aventino, di cui sono visibili ancora le mura, e il Palazzo fu acquisito successivamente dai Savelli. Papa Savelli, Onorio IV, vi abitò e vi morì, da qui si origina il nome del Clivo omonimo. L’indagine si concluderà con un accurato rilievo archeologico delle emergenze murarie visibili e una pubblicazione scientifica, realizzate da archeologici, storici, ed esperti di urbanistica antica.
Il Giardino degli Aranci, uno dei panorami più belli e frequentati della Capitale viene restituito a Roma, come lo aveva progettato l’Architetto Raffaele de Vico nel 1932, grazie alla Fondazione Sorgente Group che oltre a curare la manutenzione ordinaria del parco per tutto il 2016, ha recuperato il verde (prato, aiuole, cespugli e arbusti), ha sistemato e ripristinato l’arredo del parco (panchine in travertino e ghisa, ricollocato i cestini per il pattume), ripristinato la funzionalità dei cancelli, ricollocati cartelli con divieti e norme di comportamento, rimesso in funzionamento l’impianto di irrigazione, riempito buche e reintegrato il brecciolino nei viali e nelle aree calpestabili, effettuando un’opera di restauro e recupero.

“Ci sono voluti cinque mesi – ha rilevato Paola Mainetti, Vicepresidente della Fondazione Sorgente Group, che ha seguito da vicino il ripristino – per riportare l’area alla originaria bellezza, ma ora il lavoro che ci aspetta è mantenerlo in questa condizione, non solo con attività di manutenzione ordinaria, ma soprattutto cercando di promuovere con la cartellonistica e l’adeguata vigilanza un comportamento dei visitatori consono ai valori storici e ambientali del luogo”. 

Il recupero del Parco Savello, meglio noto come Giardino degli Aranci, rientra in un progetto pilota: per la prima volta è stata adottata un’area verde sottoposta a tutela, grazie all’accordo con il Dipartimento di Tutela Ambientale del Comune di Roma“Questo genere di iniziative – ha  dichiarato Sabrina Alfonsi, la Presidente del Primo Municipio - corrisponde in pieno alla nostra idea di governo del territorio, attraverso la partecipazione attiva e il contributo finanziario di cittadini e imprese che hanno a cuore la nostra città. Per fortuna la nostra città è sede di Fondazioni – come quella di Sorgente Group, che ringrazio moltissimo – ed altri soggetti economici pronti a mettere a disposizione le loro risorse professionali e finanziarie per far sì che nostra città possa tornare a  splendere”.

La convenzione, firmata a novembre dello scorso anno dal Prof. Valter Mainetti, Presidente della Fondazione Sorgente Group e dal Dott. Antonello Mori Direttore Servizio Giardini di Roma Capitale, ha posto le basi per un Disciplinare Tecnico Manutentivo applicabile poi a tutte le aree verdi di pregio.  “La Convenzione firmata con la Fondazione Sorgente Group rientra tra le strategie di miglioramento e di cura delle aree verdi di pregio della nostra Città, con il contributo e la collaborazione di soggetti privati in qualità di mecenati. – ha dichiarato Antonello Mori – Roma è dotata di un patrimonio vegetale ricchissimo, prezioso e variegato,  tale da poterla considerare una città giardino. Il suo patrimonio verde va curato e salvaguardato nel tempo”.

Un'altra iniziativa della Fondazione Sorgente Group, che riguarda il rilancio di tutta l’area nord occidentale dell’Aventino è stata annunciata oggi: la proposta prevede la realizzazione di un’indagine archeologica a cura del Prof. Eugenio La Rocca, nel giardino degli Aranci e nell’antica strada del Clivo di Rocca Savella, che contribuirà ad approfondire le varie fasi di insediamento e di trasformazione di quest’area del colle, la presenza fin dall’antichità di ville accanto alle mura serviane e di importanti dimore dell’Alto Medioevo appartenenti all’aristocrazia romana. Era qui la residenza degli imperatori del Sacro Romano Impero, tra cui l’imperatore Ottone III. Fu  infatti Ottone III a completare l’incastellamento dell’Aventino, di cui sono visibili ancora le mura, e il Palazzo fu acquisito successivamente dai Savelli. Papa Savelli, Onorio IV, vi abitò e vi morì, da qui si origina il nome del Clivo omonimo. L’indagine si concluderà con un accurato rilievo archeologico delle emergenze murarie visibili e una pubblicazione scientifica, realizzate da archeologici, storici, ed esperti di urbanistica antica.


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