quarta-feira, 28 de novembro de 2007

La lingua italiana e il welfare






Carlo Alberto Brusa/News ITALIA PRESS
Avvocato al Foro di Parigi, Vice Presidente dell’associazione “Per un Foro Plurale”, Ex Candidato alla Camera Circoscrizione Estero per Forza Italia


Parigi - I nostri amici francesi sono felici nell'ascolatare la nostra magnifica parlata italiana. Da anni mi sento dire che il suono delle nostre sillabe é musica, la lingua italiana é una ricchezza inestimabile purtroppo non sappiamo difenderla. Tanto é stato detto durante la campagna elettorale per la difesa della lingua italiana e tante sono le manifestazioni per la notra lingua soprattutto in ogni Paese estero in cui un certo numero di italiani risiede. Per noi italiani all'estero, il legame essenziale con la nostra Patria é la nostra lingua. Noi lottiamo ogni giorno per parlarla e soprattutto per salvaguardare la sua indipendenza di fronte gli attacchi anglosassoni. Ma se noi italiani all'estero facciamo di tutto per proteggere la nostra lingua, perché la lingua italiana non é rispettata dalla Madre Patria ? Perché i politici, gli amminsitratori dello Stato inficiano le loro retoriche con parole di consonanza inglese? Perché i giornalisti e talvolta anche scrittori cedono alle ammalianti suggestioni delle lingue straniere? Tantissimi termini stranieri sono quotidianamente utilizzati dagli italiani, ma una parola ha ormai raggiunto il mio totale disappunto e la nausea di leggerla decine di volte nella stampa scritta, di ascoltarla alla radio, nonché pronunciata alla televisione da giornalisti, politici, scrittori : il welfare... Ma é possibile che mai nessuno si sia mai si posto la questione di sapere se esiste un termine appropriato in italiano per sostituire questa parola inglese dal nostro vocabolario italiano? In Francia "L'Académie Française" veglia, tutela, protegge la lingua francese dai nuovi orizzonti talvota francesizzando dei termini provenienti da altri paesi soprattutto dalla lingua inglese. Ma, i francesi, mai avrebbero accettato di utilizzare "welfare" per parlare della "protection sociale". Certo i francesi proteggono la loro storia, la loro cultura, la loro lingua, la loro nazione e la loro Repubblica... Noi italiano no!! Noi in Italia, abituati ad essere conquistati, accettiamo quasi come se fosse una forma di grande cultura il fatto di utilizare parole provenienti dall'estero e di riempire così la nostra parlata con suoni anglosassoni privi di musicalità e di dolcezza che storpiano la nostra magnifica lingua. La nostra lingua possiede tutti i termini e tutte le risorse per rispondere ai bisogni linguistici della modernità, basta aver voglia di essere veramente italiani. Proteggere la lingua significa proteggere il legame storico, culturale che unisce le generazioni che permette agli uomini di ritrovare le loro radici per affrrontare meglio il futuro. La lingua italiana specchio della nostra cultura é in pericolo, se non protetta sul territorio italiano, dai politici, dalle istituzioni dello Stato, da coloro che hanno la responsabilità dell'informazione, della comunicazione perderà la sua forza e la sua dinamica universale e noi italiani all'estero diremo ai nostri figli: la lingua italiana si é fermata a... Eboli... Che possa il "welfare" scomparire dalla nostra lingua e dalle ceneri nasca una "protezione sociale" degna di un paese moderno. (Questa riflessione é scaturita dopo aver letto un'ennesima volta nel "Giornale" di oggi a pagina 12 "L'accordo sul welfare ecc...)

NR > Welfare = Benessere

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