terça-feira, 28 de julho de 2009

Câmara Italiana aprova decreto contra crise econômica


Tremonti e Bersani (Olycom)

Roma, 28 jul, Ansa - A Câmara dos Deputados italiana aprovou hoje um decreto contra a crise econômica mundial, que inclui normas para o fisco, regulamenta trabalhadores domésticos, altera a idade mínima para aposentadoria e permite a concessão de ajuda a empresas. O texto, aprovado por 285 votos a favor e 250 contra, deve ser discutido e votado pelo Senado, onde também pode ser alterações, segundo comentou o primeiro-ministro do país, Silvio Berlusconi. "Estamos vendo. Estamos trabalhando", respondeu o premier, ao ser questionado sobre a possibilidade de modificações no decreto, como solicitado foi algumas autoridades do país, como a ministra do Meio Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Durante a votação, o secretário do opositor Partido Democrático (PD), Dario Franceschini, criticou o decreto, afirmando que a "Itália está em recessão, em parte pela capacidade dos senhores (o governo, ndr.) de enfrentar a crise". Franceschini pontuou ainda que hoje foi escrita "outra página negra do Parlamento" italiano, porque o documento foi aprovado com um voto de confiança que impediu o debate sobre o tema.

ROMA - Via libera della Camera al decreto anti-crisi. Il provvedimento, approvato con 285 voti a favore e 250 contrari, passa ora all'esame del Senato (qui tutte le novità). Alla votazione era presente il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, assieme a molti altri esponenti del governo. Hanno votato sì i deputati del Pdl e della Lega, mentre Pd, Idv e Udc si sono espressi contro. I deputati dell'Mpa non hanno partecipato al voto.

MODIFICHE - Berlusconi non ha però escluso modifiche al provvedimento durante il passaggio a Palazzo Madama: «Vediamo, penso di sì...» ha risposto il premier alle domande dei giornalisti. Verranno accolte le richieste del ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo (vale a dire la riattribuzione almeno di una parte dei poteri di controllo sull’energia che le erano stati sottratti)? «Sì, anche» ha detto Berlusconi.PDL - Positive le reazioni della maggioranza. Il presidente dei deputati del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, afferma che la linea del governo sui provvedimenti economici «ha una sua serietà che non può essere liquidata dagli interventi sprezzanti dell'opposizione». «Il gruppo parlamentare del Pdl - dice Cicchitto - sosterrà con lealtà e piena identificazione l'azione del governo guidato da Silvio Berlusconi, ma il governo assuma con noi i seguenti impegni: un finanziamento del Fus al netto del clientelismo tradizionale in questo settore che va certamente debellato; la soluzione del problema gestionale determinato dall'art. 4 di questo decreto in modo da consentire al ministero dell'Ambiente di svolgere il proprio ruolo istituzionale; il rispetto degli impegni con il Sud; un impegno sulle banche perché diano credito alla gente a condizioni meno esose».

IL PD - Duro invece il commento del segretario del Pd, Dario Franceschini: «Oggi si scrive un'altra pagina nera del Parlamento» ha esordito in Aula. «Sono anni - ha ricordato Franceschini - che discutiamo di riforme costituzionali e di riforma dei regolamenti parlamentari per velocizzare la procedura legislativa: oggi voi lo avete brutalizzato». Franceschini ha accusato il governo di avere avuto «come ha detto bene Bersani, una gestione surreale della crisi. Prima l'avete negata, poi avete detto che è alle nostre spalle, poi che tutto è come prima anzi meglio di prima fino alla vergogna di trasformarla in un fatto psicologico. Un'affermazione che è un insulto in faccia a chi vive nella paura di perdere il posto di lavoro, in faccia a chi sente sulla pelle quanto è dura la crisi».

IDV - Critico anche il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. «A lei tutti i messaggi del Capo dello Stato gli entrano da un orecchio e gli escono dall'altro. Lei non rispetta il presidente della Repubblica» dice l'ex pm rivolgendosi a Berlusconi. Secondo Di Pietro, il decreto anti-crisi è un provvedimento «imposto», che contiene molte lacune e norme che aiutano solo i più ricchi e «le aziende di famiglia di Berlusconi». Di Pietro però critica il testo soprattutto su un punto: le norme pensate «per impedire che la Corte dei Conti continui ad esercitare i suoi controlli». «Come si fa a sapere prima delle indagini se c'è colpa o dolo?» chiede Di Pietro criticando la misura che vieta alla magistratura contabile di indagare se non si è in presenza di una sentenza definitiva o di una 'colpa grave'. «Il fatto - dichiara in diretta tv rivolgendosi ai banchi del Governo - è che voi non volete controlli, nè quelli della magistratura contabile nè quelli della magistratura ordinaria», e forse puntate a coprire i 'soliti notì e anche «qualche azienda di famiglia...».

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