Occhiali da sole «dimenticati» dalla metà degli italiani. Proteggono da malattie degenerative e tumori oculari.
Una modella sfila con degli occhiali da sole super coprenti
MILANO - Non solo per glamour o per nascondere borse, occhiaie e rughe: le lenti scure proteggono gli occhi dai raggi ultravioletti e da malattie potenzialmente pericolose. Ci sono anche forme tumorali rare, ma non per questo da sottovalutare. E proprio in Italia, il «Paese del sole», una persona su due non usa mai, o quasi, gli occhiali protettivi.
LE PIÙ ATTENTE SONO LE RAGAZZE - Il 22 per cento degli italiani non usa mai gli occhiali da sole, l’otto per cento quasi mai, il 18 raramente. Sono le stime elaborate dall’Istituto Piepoli, che ha condotto un sondaggio su un campione di 1.019 persone. Più attenta alla vista l’altra metà degli intervistati: il 15 per cento indossa sempre gli occhiali scuri (soprattutto le donne giovani: il 26 per cento delle ragazze fra i 18 e i 24 anni) e il 37 per cento lo fa spesso. In totale, il 48 per cento degli italiani non protegge i suoi occhi dalle radiazioni ultraviolette che, esattamente come accade per la pelle, sono responsabili di guai seri e prevenibili con un po’ di prudenza.
QUANDO LA LUCE FA MALE - La luce del sole può indurre gravi danni agli occhi, spiega Pietro Ducoli, ricercatore dell’Irccs Fondazione Bietti di Roma: «Piuttosto frequenti sono le patologie degenerative, come pinguecole e pterigi (lesioni che si formano sulla superficie della sclera, la parte bianca dell’occhio, ndr), oppure le bruciature delle palpebre, le cheratocongiuntiviti attiniche, le cataratte e le maculopatie. Da considerare ci sono anche i tumori, evenienze estremamente rare, ma pericolose».
I TUMORI OCULARI - I melanomi rappresentano la maggior parte dei tumori maligni che colpiscono gli occhi. Quelli della congiuntiva, più rari (sono meno del due per cento del totale), e quelli uveali, che colpiscono la parte interna del bulbo oculare e hanno un’incidenza di circa sei-sette casi per milione ogni anno (in Italia si stimano circa 350 diagnosi l’anno). Numeri così limitati rendono difficile fare statistiche e tracciare profili di rischio. «Ma è ragionevole ipotizzare che, come accade per la cute, anche per gli occhi le radiazioni ultraviolette costituiscano un fattore di rischio. E stare senza protezione aumenta questo rischio» dice Ducoli.
ATTENZIONE AI NEVI - Molte ricerche suggeriscono un nesso fra malattie oculari e luce solare, prosegue l’esperto: «Sono state studiate le categorie più esposte, come i pescatori, gli alpinisti, c’è perfino uno studio di Taiwan sui postini. Tutti in generale dimostrano percentuali più alte di patologie oculari, specie in chi sta senza lenti protettive. Aumentano le malattie degenerative della parte anteriore dell’occhio e i melanomi della congiuntiva. Nel caso di questi ultimi, ad esempio, giocano un ruolo importante i nevi oculari, che come accade con quelli cutanei, normalmente restano nevi innocui tutta la vita, ma con l’esposizione prolungata ai raggi UV possono diventare melanomi. E di nei della congiuntiva, magari talmente piccoli da essere visibili solo al microscopio, se ne vedono non pochi nel corso delle visite ambulatoriali».
COME PROTEGGERSI - L’unico modo per prevenire i danni delle radiazioni ultraviolette è un’esposizione prudente ai raggi solari e l’uso di occhiali da sole adeguati. «Evitare il sole a picco fra le 11 e le 14, ricordarsi che anche con il cielo coperto, sotto l’ombrellone, in barca all’ombra, passa il 90 per cento dei raggi UV. Altitudine, neve e acqua, poi, moltiplicano l’esposizione alle radiazioni nocive» raccomanda Pietro Ducoli. «E poi ricordarsi che l’occhiale da sole giusto è come una buona crema solare: necessario. Se non è valido, fa più male che bene».
QUALI OCCHIALI? – Le regole per scegliere le lenti giuste sono poche, ma fondamentali, spiega l’esperto: «Devono avere il filtro anti-UV, devono essere antiriflesso e devono filtrare anche la luce blu, le radiazioni ad alta energia, nocive per la macula. A prescindere dalla griffe o dal design, controllare che li occhiali abbiano il marchio CE, il riferimento alla norma europea UNI EN 1836 e l’indicazione del produttore. Va poi tenuto presente che gli occhiali, di qualunque prezzo, sono dispositivi medici e pertanto dovrebbero avere il foglietto illustrativo con le caratteristiche tecniche del filtro». Più importante di quel che si creda, poi, evitare lenti di scarsa qualità: «In questo caso si indossa solo un vetro scuro, che si limita a far entrare meno luce nell’occhio, così la pupilla si dilata. In questo modo – precisa Ducoli - non solo non vengono filtrati i raggi ultravioletti, ma si riduce pure l’efficacia del dispositivo naturale di protezione che è la regolazione della pupilla».
MAI TROPPO PRESTO – Un’ultima raccomandazione è per i più piccoli: «In spiaggia si vedono bimbi generalmente senza occhiali da sole. È una stupidaggine enorme. Fino ai 12 anni, infatti, l’occhio è immaturo e più sensibile agli UV. Si sa che i tumori pigmentati, i melanomi, hanno la memoria lunga: le scottature solari prese prima dei 10 anni più facilmente delle altre possono tradursi in melanomi sviluppati in tarda età».
Donatella Barus
(Fondazione Veronesi)
http://www.corriere.it/
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