Brasília - Cesare Battisti rimane in prigione e del suo futuro si parlerà a febbraio, dopo la riapertura dei tribunali brasiliani.
E' quanto ha deciso il presidente del Supremo Tribunal Federal, Cezar Peluso, bloccando così "l'immediao rilascio" chiesto dai legali dell'ex terrorista rosso, i quali hanno definito "una specie di golpe" tale misura. Sulla scia del 'no' all'estradizione annunciato il 31 dicembre dall'ex presidente Lula, nelle ultime ore da Brasilia é giunta un'altra rilevante novità sul caso: un parlamentare brasiliano ha infatti chiesto all'Alta Corte di "sospendere e annullare" tale decisione con un'iniziativa (una 'acao popular') accolta da Peluso.
Come già anticipato, lo stesso Peluso ha d'altra parte messo il caso nelle mani di Gilmar Mendes, uno dei magistrati dell'Stf che è il "relatore" della vicenda in seno alla Corte. Le argomentazioni indicate dal presidente dell'Stf per tali decisioni vanno contro quanto sottolineato dai legali di Battisti e sono invece in sintonia con le posizioni italiane.
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