"La decisione di portare in Aula, con un’apposita interpellanza urgente, sottoscritta da oltre trenta parlamentari di diverso orientamento politico, la questione delle domande di riconoscimento della cittadinanza giacenti nei consolati del Brasile, dipende dalla situazione ormai insostenibile che si è venuta a creare”. E’ quanto ha dichiarato l’on. Fabio Porta nel momento di consegnare agli uffici della Camera l’atto parlamentare che si acclude per opportuna conoscenza.
“A distanza di alcuni anni dall’attivazione della task force finanziata dal governo di centrosinistra, ci troviamo a prendere atto con soddisfazione che questo strumento straordinario è risultato efficace negli altri Paesi del Sud America, nei quali le giacenze sono state praticamente riassorbite, mentre in Brasile le giacenze superano ancora le duecentomila domande, che costituiscono oltre l’80% del totale del continente. Il solo Consolato di San Paolo detiene i tre quarti delle pratiche dell’intero Paese.
Intanto, le liste di attesa si sono allungate di anni, non solo per il riconoscimento della cittadinanza, ma anche per la semplice legalizzazione dei documenti da allegare alle domande.
Tutti quelli che si sono rivolti al TAR del Lazio ricorrendo contro i ritardi dei Consolati – e non sono pochi – hanno avuto ragione dal Tribunale amministrativo, che ha ripetutamente sancito che i cittadini hanno il diritto di avere tempi certi nei rapporti con l’amministrazione dello Stato.
Che si aspetta, dunque, che il TAR sia invaso dai ricorsi di chi ha le risorse per permetterselo? Oppure che intorno a questa vicenda, che vede lo Stato italiano sistematicamente condannato, si espanda il già fiorente business delle agenzie private?”
“Non è possibile, dunque, continuare a far finta di niente. Per questo, con il consenso di diecine di altri parlamentari, ho deciso di portare in Aula la questione perché il Governo si assuma le sue responsabilità e, mi auguro, si trovi il modo di risparmiare al nostra Paese le prevedibili ripercussioni di immagine per la nostra credibilità internazionale”.
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imagem arquivo Ale'Italia
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