quarta-feira, 20 de julho de 2011

Ogm, in Ue solo il 24% è favorevole


Ogm, in Ue solo il 24% e' favorevole

La fiducia verso le colture transgeniche negli ultimi 5 anni si e' progressivamente ridotta in ogni Paese Ue: in Italia e' passata dal 42% del 2005 al 24% del 2010, analogo calo in Spagna (dal 53% al 35%), Portogallo (dal 56% al 37%) Francia (dal 23% al 16%) mentre e' rimasto stabile, ma con livelli molto bassi in Germania (22%). Mentre tra gli europei c'e' un interesse per il biotech. La produzione di piante OGM nel mondo oggi è concentrata in 10 Paesi industrializzati, con il 96% dei 148 milioni di ettari totali di superfici coltivate a transgenico, mentre altri 19 Paesi producono il restante 4%. Tra questi ultimi compaiono 8 Paesi europei - Germania, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania, Spagna e Svezia - che nel 2010 hanno impiegato sementi OGM per un totale di circa 100.000 ettari, in un contesto europeo che presenta un'opinione pubblica complessivamente contraria all'adozione di biotecnologie di carattere transgenico in campo agroalimentare.

Lo afferma Barilla Center for Food Nutrition che oggi affronta il tema degli Ogm in un seminario via web (www.barillacfn.com). Tra i relatori Camillo Ricordi, scienziato e professore presso l'Università di Miami e membro dell'Advisory Board del Barilla Center for Food and Nutrition; Benedikt Haerlin, Direttore della Foundation on Future Farming e Direttore di Save Our Seeds; Klaus Ammann, Emeritus Honorary Professor in Biodiversity presso l'Università di Berna; in collegamento ci sarà Vandana Shiva, Attivista politica e ambientalista e Direttore del Research Foundation for Science, Technology and Natural Resource Policy.

L'Unione Europea guarda tuttavia con estremo interesse alle nuove biotecnologie: ciò e' dimostrato dalle politiche di incentivazione della knowledge based economy adottate nel corso dell'ultimo decennio e - più in generale - da un disegno strategico che pone grande attenzione al biotech.

Le biotecnologie in ambito agricolo vengono viste favorevolmente, a patto che vengano considerate uno degli elementi di un sistema più complesso e articolato: non vi è un pregiudizio verso le biotecnologie in ambito agroalimentare, quanto piuttosto una forte prudenza e attenzione agli sviluppi futuri degli OGM. A livello globale, oggi, la varietà di pianta biotech più diffusa nel 2010 è stata la soia (50% delle coltivazioni biotech mondiali) seguita dal mais (31%), dal cotone (12%) e dalla colza (5%).

Il tratto dominante in termini di caratteristiche tecnologiche è invece la tolleranza agli erbicidi (61% della superficie coltivata con biotech). Il dibattito attuale è relativo al ruolo che potranno avere le nuove biotecnologie nel contribuire ad affrontare e risolvere le sfide future in campo alimentare, tra cui il problema dell'accesso al cibo (un miliardo di persone denutrite), la crisi della produttività agricola (in calo dello 0,8% all'anno dal 1990 al 2008) e la scarsità di risorse idriche (un miliardo di persone vive con meno di 20 litri d'acqua dolce al giorno) .

http://www.ansa.it/

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