sábado, 30 de junho de 2012

Azzurri a Kiev, lunedì da Napolitano

dell'inviato Francesco Grant - Kiev - Aspettatevi sorprese, comunque vada. E' la promessa sottintesa di Gianluigi Buffon, capitano di un'Italia partita tra le tempeste e ora pronta ad esser accolta dagli applausi. "Nel calcio la riconoscenza non esiste, e anche fuori dal calcio", dice alla vigilia della finale europea con la Spagna. E si capisce che saranno macigni, altro che sassolini dalle scarpe. Comunque vada, ci sarà il ringraziamento del presidente Napolitano, lunedì: mai era successo, nella storia dello sport italiano, che una nazionale venisse invitata al Quirinale prima ancora di sapere se è salita sul gradino più alto del podio. "In tempi di miseria, chi ha intelligenza e buon senso è un gigante: e Napolitano è un gigante", l'omaggio di Buffon, cui il Capo dello Stato aveva ricordato il suo discorso 'politico' di un anno fa. "E' agli atti del Quirinale", aveva scherzato Napolitano, negli spogliatoi di Danzica. Il presidente pronto a riconoscersi nello 'spirito di squadra' della nazionale, e l'Italia felice di trovare almeno un sostegno politico. Quello che serve per scalare l'ultima montagna, la Spagna campione d'Europa e del Mondo, e scacciare tutti i malauguri.

"La favorita resta la Spagna - spiega sincero Buffon - viene da quattro anni gloriosi, di dominio assoluto e perché ha grandi campioni. Noi siamo la sorpresa di questo Europeo, e speriamo di sorprendere fino in fondo". Un po' meno sincero lo è quando gli chiedono del confronto con Casillas: "E' fortissimo, ma non faccio graduatorie di campioni, per quanti ne ha la Spagna: per me è un onore affrontarlo, un anno fa ero precipitato al centocinquantesimo posto della classifica mondiale...". Un avviso a chi pensa a rapporti di forza schiacciante. "A inizio torneo - aggiunge però anche - dissi che non potevamo vincere perché c'era una squadra che è nettamente superiore a tutte le altre: e il caso vuole che la affronteremo domani. La fortuna è che si parte da 0-0". 

La fortuna è anche essere allenati da Prandelli e aver finalmente trovato il Balotelli che tutti aspettavano. "C'é un'aria simile a quella del 2006, per sapere come finirà dovete avere ancora qualche ora di pazienza - si diverte a dire, elogiando la svolta-spettacolo del ct - Nonostante ci si fregi di 4 mondiali, arriva il momento in cui serve l'umiltà di voltar pagina: Prandelli è stato bravissimo, senza di lui non sarebbe stato possibile". E quanto a Balotelli, "lui ha qualità immense, ma gioca in una squadra di campioni e ha un allenatore che lo ha fatto rendere al meglio. Dunque, merito suo e merito anche dell'Italia". Buffon si riconosce appieno in questa nazionale. "Canto l'inno con emozione perché ho perso due bisnonni sul Piave - ricorda - Al di là di tutte le chiacchiere, noi italiani abbiamo un amore per la maglia che va oltre i nostri limiti. Per rendere onore alla bandiera e al Paese, troviamo sempre l'unità". Prova generale del discorso di lunedì al Quirinale. Ma prima c'é la Spagna, e la voglia di sorprendere tutti.

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