Giorgio Napolitano
ROMA - Dopo un minuto di silenzio per onorare le vittime del sisma in Emilia, è iniziata la sfilata ai Fori Imperiali per la festa della Repubblica. Presenti in tribuna d'onore il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, il presidente del Consiglio, Mario Monti, diversi ministri e le più alte cariche istituzionali. a Parata, articolata su tre settori, é fortemente contenuta rispetto al passato. Ad un primo taglio di partecipanti deciso nell'ambito della spending review, è stata aggiunto un ulteriore ridimensionamento dopo il terremoto che ha colpito l'Emilia.
Non sfileranno così sistemi d'arma, cavalli e non ci saranno i tradizionali sorvoli delle Frecce Tricolori. Al passaggio davanti alla tribuna presidenziale, le bande e le fanfare interromperanno l'esecuzione delle musiche e marceranno con il solo rullare dei tamburi. Ai piedi della tribuna presidenziale sono posizionati i gonfaloni delle regioni e delle province colpite dal sisma. Il primo settore della parata comprende i reparti rappresentativi della formazione militare, scuole ed accademie. Il secondo comprende reparti impegnati nelle missioni internazionali. Nel terzo settore ci saranno enti e corpi impegnati nelle emergenze e nella cooperazione. In particolare, chiuderà la sfilata una simbolica rappresentanza di tutte quelle componenti, militari e civili, impegnate in Emilia nelle operazioni di soccorso e assistenza alle popolazioni colpite dal terremoto.
"Un riconoscimento particolarmente sentito - ha detto Napolitano - va ai reparti intervenuti con la Protezione Civile in soccorso dei cittadini emiliani che un disastroso terremoto ha, in questi giorni, così duramente e dolorosamente colpito. Con il loro impegno essi testimoniano ancora una volta la totale dedizione delle Forze Armate alla nostra Italia ed alla sua gente di cui sono nobile espressione. Quei reparti saranno oggi virtualmente al fianco delle unità che sfileranno in Roma".
Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, aveva aperto, tra gli applausi, le celebrazioni con l'omaggio al Milite Ignoto. Presenti, tra gli altri, il presidente del Consiglio Mario Monti, i presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, il presidente della Corte Costituzionale, Alfonso Quaranta, il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola e il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Biagio Abrate.
"Il 2 giugno 1946 gli italiani, risorti dalle sofferenze di due guerre e spezzato il giogo della dittatura, completarono il loro lungo e difficile cammino verso un nuovo stato democratico, i cui principi fondanti trovarono poi mirabile sintesi nella Carta costituzionale, architrave delle istituzioni e supremo riferimento per il paese e per il cittadino". Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel consueto messaggio alle Forze armate in occasione del 2 Giugno.
MARONI, BUTTANO SOLDI NEL CESSO - Roberto Maroni è tornato a ripetere la contrarietà della Lega alle celebrazioni del 2 giugno, visto il terremoto che ha colpito l'Emilia e parte della Lombardia. "Non partecipiamo alle celebrazioni - ha spiegato - perché queste feste, questi buffet, dovevano essere tutti cancellati per dare un aiuto concreto alle popolazioni colpite dal terremoto". Maroni ha definito "inopportuno festeggiare un evento mentre c'é gente che soffre, gente che è morta, gente che ha perso tutto e l'aiuto dello Stato poteva essere e deve essere molto più concreto che celebrare una festa facendo buffet e buttando soldi nel cesso".
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