sexta-feira, 25 de janeiro de 2013

Andrea Bocelli, grande cantante e grande produttore di vini

Andrea Bocelli e il fratello Alberto 
 Andrea Bocelli e il fratello Alberto
 
   Il più popolare cantante d'opera di tutti i tempi, secondo il New York Times. Ma anche grande produttore di vini di eccellenza: non a caso Luca Maroni gli ha attribuito il Premio Merito al suo ultimo Sense of Wine. Dopo la musica, e insieme ai cavalli, la passione di Andrea Bocelli è infatti tutta per il vino, che la sua famiglia produce da quasi 200 anni in quel di Lajatico, nel cuore della Val d’Era, in provincia di Pisa.

   Già nel 1730 i Bocelli lavoravano le terre del principe Corsini. Poi nel 1840 Gaspero Bocelli, acquistato un primo nucleo di poderi, mise su un’azienda a 360°, con seminativi, foraggio, frutta, olivi e vigne, all’insegna della più classica tradizione agricola toscana. Prima Alcide, poi Alessandro e ora Alberto, fratello minore del tenore ed effettivo conduttore della tenuta, e, più a distanza, Andrea, si sono negli anni dedicati a questa terra, motivo di soddisfazioni e di vanto personali. In origine papà Alessandro produceva un buon vino, che vendeva sfuso in damigiane destinate ai mercati del nord Italia, del quale andava particolarmente orgoglioso. Quando alla fine degli anni ’90 si ammalò, il desiderio di entrambi i figli (il successo di Andrea era già esploso con Il mare calmo della sera) fu quello di fargli vedere, prima di morire, il suo vino imbottigliato. Ma non fecero in tempo: fu allora che i due fratelli decisero di ristrutturare cantina e vigne e di dare inizio ad un serio processo di produzione con l’aiuto dell’agronomo Alfredo Tocchini e dell’enologo Paolo Caciorgna. Spiega infatti il tenore: “Da ragazzo il vino rappresentava il premio, la concessione straordinaria. Ma poi, ho imparato più tardi, è anche e soprattutto cultura. Una buona bottiglia di vino è, di fatto, una bottiglia di felicità”.

   E la felicità si declina oggi in 7 igt, il cui top è un Sangiovese in purezza ricavato dalle vigne più vecchie , nonché il vero preferito di Andrea: “E’ il vino che maggiormente ci caratterizza: così buono, come tutti i cultori sanno, viene solo in Toscana”. 140 ettari, di solo 8 sono destinati a vigneto (oltre al Sangiovese ci sono gli impianti storici di Canaiolo, Colorino, Malvasia e Trebbiano e i più recenti di Cabernet Sauvignon), l’azienda produce 25.000 bottiglie l’anno, destinate per un 50% al mercato americano, 30% a quello nord- europeo e il restante 20 a quello italiano, principalmente nel settore della ristorazione. “Ma è una goccia nel mare”, spiega Alberto, architetto-contadino-manager (del fratello) a tempo pieno, legatissimo alla sua terra e “ai campi tenuti a modo”. “Una produzione così di nicchia non poteva soddisfare le richieste di un pubblico sempre più vasto. Così nel 2011, scelte le aziende più idonee con l’aiuto dell’enologo, abbiamo iniziato a produrre in partnership un Prosecco Valdobbiadene e un Sangiovese a marchio Bocelli destinati agli Stati Uniti, decuplicando così la massa liquida e raggiungendo quota 300.000 bottiglie a metà 2012. Contiamo di presentarli in Florida a febbraio”. Effetto Bocelli in piena espansione oltreoceano? Decisamente sì. “Gli americani sono affascinati dalla nostra storia”, continua Alberto, che ha ricostruito, generazione per generazione, le vicende della tenuta, “ma soprattutto non si capacitano che un Bocelli possa pigiare il mosto o lavorare la terra con le mani. Né che mia moglie Cinzia o miei figli aprano la porta dell’enoteca qui a Lajatico e trattino direttamente con i clienti, occupandosi perfino del packaging”. Insomma, una grande saga familiare, che si perpetua anche nei nomi maschili, tutti inizianti con la A, fino ai giovanissimi Alessio, figlio di Alberto, e Amos, figlio di Andrea. Perché un tempo cambiare le sigle in ferro per marchiare il bestiame era laborioso: ed era più facile chiamare i figli con le iniziali paterne. Ma quali le novità per il 2013? “Senza dubbio l’ospitalità”, continua Alberto. “L’estate prossima sarà possibile soggiornare da noi in azienda al Poggioncino, nei pressi delle scuderie di Andrea, e negli appartamenti di Case al Bosco”. Tra premi e tournée c’è una cosa però che Andrea Bocelli vorrebbe ancora a realizzare: “Vorrei riuscire a produrre uno Chardonnay, un uvaggio che dà solitamente vini veramente vicini al mio gusto. Il mio ricordo più bello in vigna? Quello legato alla vendemmia, all’epoca una vera festa, soprattutto per noi ragazzi. Allora io vi correvo con entusiasmo e là trovavo sempre mio padre, e con lui tante persone amiche, che oggi non ci sono più”.

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