quinta-feira, 26 de setembro de 2013

Letta domani al Colle. 'Italia ieri umiliata' La fiducia? 'Decidero' con il Quirinale'


Enrico Letta e Giorgio Napolitano  
 Enrico Letta e Giorgio Napolitano
 
 
NEW YORK - ''Un'umiliazione per l'Italia'': cosi' il premier Enrico Letta ha commentato gli ultimi sviluppi politici a Roma mentre ieri si trovava all'Onu per il suo intervento. Il Presidente del Consiglio ha anche annunciato che domani, appena atterrato a Roma, si recherà da Napolitano per un chiarimento su come andare avanti".

"Serve un chiarimento nel governo e in parlamento - ha sottolineato ancora - : voglio decidere insieme a Napolitano le modalità. Voglio che tutto accada davanti ai cittadini". E alla domanda se ricorrerà ad un voto di fiducia, ha risposto: "Le modalità le valuterò con Napolitano".

Il presidente del Consiglio ha qundi frenato i giornalisti: ''Non parlo di dimissioni o di altra maggioranza, mi fermo qui. Voi correte troppo.  Abbiamo tante scadenze, abbiamo bisogno di un governo che affronti i problemi. Io so dove andare e lo dirò in Parlamento''. Ed ha aggiunto: "Il principio 'muoia Sansone con tutti i filistei' non conviene a nessuno, nemmeno a Berlusconi. E sarebbe il disastro dell'Italia".

Intervenendo in precedenza alla Columbia University di New York, Letta si era detto certo di riuscire ''a convincere tutti sulla corretta priorità dei problemi in agenda''.

L'IRA DEL QUIRINALE SUL PDL - L'ira del Quirinale sul Pdl, dopo la minaccia di dimissioni in massa annunciata dal partito, in caso di decadenza di Berlusconi. In una nota, si giudica assurdo evocare un Colpo di Stato. 'Non occorre neppure rilevare la gravità e assurdità dell'evocare una "operazione eversiva" in atto contro il leader del PdL - si afferma -. L'applicazione di una sentenza di condanna definitiva, inflitta secondo le norme del nostro ordinamento giuridico per fatti specifici di violazione della legge, è dato costitutivo di qualsiasi Stato di diritto''. E si aggiunge: "C'è ancora tempo, e mi auguro se ne faccia buon uso, per trovare il modo di esprimere - se è questa la volontà dei parlamentari del PdL - la loro vicinanza politica e umana al Presidente del PdL, senza mettere in causa il pieno svolgimento delle funzioni dei due rami del Parlamento". 

"L'orientamento assunto ieri sera dall'Assemblea dei gruppi parlamentari del PdL - sostiene Napolitano - non è stato formalizzato in un documento conclusivo reso pubblico e portato a conoscenza dei Presidenti delle Camere e del Presidente della Repubblica. Ma non posso egualmente che definire inquietante l'annuncio di dimissioni in massa dal Parlamento - ovvero di dimissioni individuali, le sole presentabili - di tutti gli eletti nel PdL".  "Ciò configurerebbe infatti l'intento, o produrrebbe l'effetto, di colpire alla radice la funzionalità delle Camere. Non meno inquietante - aggiunge Il Capo dello Stato - sarebbe il proposito di compiere tale gesto al fine di esercitare un'estrema pressione sul Capo dello Stato per il più ravvicinato scioglimento delle Camere".

'Verifichero' le conclusioni dell'assemblea': aveva affermato già ieri il Capo dello Stato. Oggi ha disertato un convegno in programma questa mattina: 'Ieri sera - ha detto - è capitato un fatto politico improvviso cui debbo dedicare oggi tutta la mia attenzione. Da Pdl fatto istituzionale inquietante cui devo dedicare tutta la mia attenzione'. Napolitano era atteso ad un incontro al Senato su De Gasperi.

La minaccia di dimissioni in massa del Pdl e' emersa ieri sera al vertice di Berlusconi con i gruppi Pdl parla di colpo di Stato in corso: 'E' in corso un'operazione eversiva che sovverte lo stato di diritto ad opera di magistratura democratica - ha detto -  Sono i giorni più brutti della mia vita. Essere stato buttato fuori per un'accusa così infamante. Sono 55 giorni che non dormo. Ho perso 11 chili, uno per ogni anno di galera che mi vorrebbero far fare. Io non mollo il mio dovere è resistere e combattere nonostante sia molto difficile perche' ho contro tutti'. Un lungo applauso ha accolto la proposta del capogruppo del Pdl al Senato Renato Schifani quando ha proposto ai presenti di considerarsi decaduti quando la Giunta voterà quella di Berlusconi nella riunione 4 ottobre. Un applauso, a quanto si apprende, che è stato ripetuto quando è entrato il Cavaliere. "Questo è un partito che non si dividerà, è unito e compatto e resterà tale. Perchè è stretto intorno al suo leader al quale è legato dall'affetto, dalla stima e dalla forza degli ideali comuni". Lo afferma il segretario del Pdl Angelino Alfano parlando all'assembla dei gruppi. Brunetta: 'ognuno potrà decidere liberamente'. Franceschini: 'gesti di gravità assoluta'.

LA REPLICA DEL PDL AL COLLE - "La definizione di 'colpo di Stato' e di 'operazione eversiva' non è 'inquietante' ma è invece assolutamente realistica e pienamente condivisibile". Lo dichiarano in una nota congiunta i capigruppo del Pdl al Senato Renato Schifani, e alla Camera Renato Brunetta rispondendo a Giorgio Napolitano. "L'opinione unanime espressa ieri sera dai parlamentari del Popolo della Libertà-Forza Italia - viene sottolineato nella nota congiunta - è quella dell'esistenza di un'operazione persecutoria da parte di una corrente della magistratura, al fine di escludere definitivamente dalla competizione politica il leader del centrodestra, a cui si aggiunge il voto della Giunta per le elezioni del Senato con l'applicazione retroattiva della legge Severino". "Questo voto - sottolineano i due capigruppo - calpesta un principio fondamentale dello Stato di diritto, quello della 'irretroattività delle leggi', confermato dall'articolo 25 della nostra Costituzione e dall'articolo 7 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. La definizione quindi di 'colpo di Stato' e di 'operazione eversiva' non è 'inquietante' ma è invece assolutamente realistica e pienamente condivisibile".

BOTTA E RISPOSTA TRA 'FALCHI' E 'COLOMBE' PDL - "Le dimissioni si danno e non si annunciano". Il ministro per le riforme Gaetano Quagliariello risponde così alla domanda su come commentasse le dimissioni di massa annunciate ieri dal Pdl e il fatto che Napolitano abbia definito questo episodio "istituzionalmente inquietante". "Ieri comunque non abbiamo votato alcuna dimissione''.  Di diverso avviso Daniela Santanche':  ''Quagliariello era presente ieri e quindi credevo avesse capito che le dimissioni non le abbiamo annunciate ma le abbiamo già date''.
 
LA LEGA SI SCHIERA CON IL PDL - Anche la Lega Nord sarebbe disponibile a dimettersi in linea con le decisioni prese dal Pdl. "Anche noi siamo assolutamente favorevoli alla caduta del governo Letta. Se la posizione annunciata ieri sera dal Pdl sarà seguita dai fatti, sosterremo questa azione". Ha affermato il segretario della Lega Nord, Roberto Maroni, questa mattina a Torino con il governatore del Piemonte, Roberto Cota


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