Silvio Berlusconi
La
Corte d'Appello di Milano ha determinato in due anni l'interdizione ai
pubblici uffici per Silvio Berlusconi condannato definitivamente a 4
anni di reclusione per la frode fiscale nel processo Mediaset. La
sentenza giunge dopo il rinvio per ricalcolare la pena accessoria deciso
dalla Cassazione lo scorso primo agosto.
di Igor Greganti
Arriverà oggi, salvo colpi di scena, e forse già in mattinata, la decisione della Corte d'Appello di Milano sull'interdizione dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi, condannato in via definitiva per frode fiscale a 4 anni di reclusione per il caso dei diritti tv Mediaset. I giudici, infatti, dopo aver ascoltato accusa e difesa dovranno soltanto ricalcolare la pena accessoria da applicare tra un minimo di un anno e un massimo di tre anni, come stabilito dalla Cassazione con la sentenza dello scorso primo agosto. L'udienza si aprirà alle 9 al primo piano del Palazzo di Giustizia davanti al collegio della terza sezione penale della Corte d'Appello, presieduto da Arturo Soprano (giudici a latere Maria Rosaria Mandrioli e Simona Improta). Se non ci saranno mosse a sorpresa dell'ultimo minuto da parte della difesa del Cavaliere, si comincerà con la relazione di uno dei giudici e poi si passerà alla discussione dell'avvocato generale Laura Bertolè Viale e a quella dei legali dell'ex premier, Franco Coppi e Niccolò Ghedini. In casi del genere le parti di solito parlano un quarto d'ora, massimo mezz'ora. Si tratta, infatti, di un appello 'bis' che non deve entrare nel merito della condanna già definitiva per quella frode fiscale da oltre 7 milioni di euro, ma che deve soltanto ritoccare al ribasso, sulla base dei paletti fissati dalla Cassazione, i cinque anni di interdizione che erano stati inflitti in primo e secondo grado. I giudici, sempre in base a quanto deciso dagli 'Ermellini', dovranno semplicemente applicare al Cavaliere un'interdizione compresa tra un massimo di tre e un minimo di un anno, come prevede la legge tributaria. Negli altri gradi di giudizio, invece, era stata seguita, erroneamente secondo la Cassazione, la legge ordinaria.
di Igor Greganti
Arriverà oggi, salvo colpi di scena, e forse già in mattinata, la decisione della Corte d'Appello di Milano sull'interdizione dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi, condannato in via definitiva per frode fiscale a 4 anni di reclusione per il caso dei diritti tv Mediaset. I giudici, infatti, dopo aver ascoltato accusa e difesa dovranno soltanto ricalcolare la pena accessoria da applicare tra un minimo di un anno e un massimo di tre anni, come stabilito dalla Cassazione con la sentenza dello scorso primo agosto. L'udienza si aprirà alle 9 al primo piano del Palazzo di Giustizia davanti al collegio della terza sezione penale della Corte d'Appello, presieduto da Arturo Soprano (giudici a latere Maria Rosaria Mandrioli e Simona Improta). Se non ci saranno mosse a sorpresa dell'ultimo minuto da parte della difesa del Cavaliere, si comincerà con la relazione di uno dei giudici e poi si passerà alla discussione dell'avvocato generale Laura Bertolè Viale e a quella dei legali dell'ex premier, Franco Coppi e Niccolò Ghedini. In casi del genere le parti di solito parlano un quarto d'ora, massimo mezz'ora. Si tratta, infatti, di un appello 'bis' che non deve entrare nel merito della condanna già definitiva per quella frode fiscale da oltre 7 milioni di euro, ma che deve soltanto ritoccare al ribasso, sulla base dei paletti fissati dalla Cassazione, i cinque anni di interdizione che erano stati inflitti in primo e secondo grado. I giudici, sempre in base a quanto deciso dagli 'Ermellini', dovranno semplicemente applicare al Cavaliere un'interdizione compresa tra un massimo di tre e un minimo di un anno, come prevede la legge tributaria. Negli altri gradi di giudizio, invece, era stata seguita, erroneamente secondo la Cassazione, la legge ordinaria.
L'avvocato generale Bertolè Viale, quasi certamente, chiederà tre
anni di interdizione, mentre la difesa, dopo aver posto probabilmente
alcune questioni preliminari, non potrà far altro che chiedere il
minimo, ossia un anno. Poi la Camera di Consiglio, non certo lunga, e la
sentenza con le motivazioni che saranno depositate nel giro di due
settimane. La pena accessoria, comunque, prima di diventare definitiva,
dovrà passare un nuovo vaglio della Cassazione, se i legali di
Berlusconi vi faranno ricorso, come è prevedibile. La pronuncia della
Suprema Corte potrebbe, quindi, arrivare o già entro la fine di
quest'anno o nei primi mesi del prossimo. Quando la pena
dell'interdizione sarà definitiva, Berlusconi perderà l'elettorato
attivo e passivo per il tempo stabilito dai giudici: non potrà più
votare, dunque, né candidarsi. L'interdizione poi vuol dire soprattutto
la decadenza per il Cavaliere dalla carica di senatore. Tuttavia, su
questo punto dovrà comunque esprimersi la Giunta per le immunità e poi
eventualmente anche il Senato. Sempre che Berlusconi non sia già
'decaduto' con un voto di Palazzo Madama sulla base della legge
Severino. Per quanto riguarda, infine, la pena da scontare di un anno
(tre dei quattro anni della condanna sono coperti da indulto) Berlusconi
ha chiesto una settimana fa l'affidamento in prova ai servizi sociali.
Richiesta su cui dovrà decidere il Tribunale di Sorveglianza nei
prossimi mesi, forse non prima della primavera 2014.
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