di Luca Laviola
Puntuali come un treno ad Alta velocità i professionisti del
disordine di piazza sono entrati in azione anche a Roma, quando hanno
raggiunto i ministeri. La novità è che questa volta il servizio d'ordine
del corteo stesso li ha arginati, limitando e contenendo le azioni
violente. In serata addirittura i due gruppi, manifestanti e
incappucciati, si sono fronteggiati a manifestazione terminata.
Anarchici, incappucciati, black bloc, con bandiere nere e bandiere
rosse, il fronte dei duri comprende gruppi e sigle eterogenei. In molti
erano arrivati dall'estero. Estremisti venuti dalla Francia, dalla
Germania, dal nord Europa, dalla Grecia e da altri Paesi. Che al momento
stabilito si sono uniti agli italiani e sono saliti al proscenio. Da
loro proveniva il pericolo infiltrati che la Questura ha monitorato
tanto da rafforzare le operazioni di prevenzione: in 14 sono stati
fermati prima del corteo, alcuni francesi con precedenti specifici.
Assieme a dire no alle politiche di austerità italiane ed europee, al
precariato e a una vita senza casa, alla Bce, alla Tav e al Muos (il
sistema radar militare Usa in Sicilia) sono state decine di migliaia di
persone. In gran parte giovani ma non solo, portati in piazza dai
sindacati di base Usb, dai Cobas già in corteo ieri, dai collettivi
studenteschi e dai centri sociali di tutta Italia, dai partiti
dell'estrema sinistra come Rifondazione e Comunisti. Canti e balli,
musica, ironia, colori, slogan duri e caschi alla cintola si mescolano
in modo quasi inestricabile nella galassia dei protestatari. La più
cospicua quella delle lotte territoriali, del fronte del No, No Tav, No
Muos, No Expo. I No Tav sono l'avanguardia ideologica, la battaglia più
nota. E accanto a loro gli sfrattati e gli squatters, cioè i tanti
occupanti del Movimenti per la casa.
Poi studenti, disoccupati, lavoratori a termine, cassintegrati, ma
anche una quota di romani di tutte le età solidali con loro. Partecipa
anche qualche bambino piccolo in carrozzina. E poi tanti, tantissimi
migranti, rifugiati, profughi che urlano "Lampedusa". Tutti da piazza
San Giovanni a Porta Pia con almeno un'ora di ritardo per aspettare i
compagni controllati dalle forze dell' ordine su alcuni pullman
all'ingresso di Roma. 'Chiomonte (in Val Susa, fronte dei No Tav, ndr)
come Atene', 'Cerco una casa tutto l'anno, ma non c'é niente da
fare...tocca occupare', 'E' l'ora della rivolta' e 'Siamo tutti black
bloc' sono alcune delle parole d'ordine e quanto scritto sugli
striscioni della manifestazione. Ce n'é anche per Erich Priebke:
qualcuno scrive su un muro 'Mo' il vespino me lo batto (prendo) io',
ricordando l'ex capitano delle Ss in motociclo. E l'antifascismo
stavolta ha colpito anche i black bloc.
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