segunda-feira, 2 de agosto de 2010

Bologna ricorda la strage alla stazione


Nessun ministro alle celebrazioni   per i 30 anni. L'associazione dei familiari: «Chi non è venuto ha perso un'occasione»

BOLOGNA- È iniziata, puntuale, alle 8.30 nella sala del consiglio comunale di Bologna la cerimonia di commemorazione a trent’anni dalla strage del 2 agosto alla stazione centrale di Bologna dove persero la vita 85 persone e ne vennero ferite altre 200. All’incontro con i familiari delle vittime sono presenti, tra gli altri, la figlia di Aldo Moro, Agnese, Marco Alessandrini, figlio del giudice ucciso da Prima Linea. «Il Governo - è intervenuto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani- deve andare dove ci sono le cose, anche se ci sono dei problemi. Altrimenti che Governo è?».

L’assenza più "pesante" per l’associazione delle vittime è quella di un rappresentante del governo atteso fino all’ultimo momento. Per il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime Paolo Bolognesi «chi non c’è ha perso un’occasione. Non vogliamo fare polemiche, ma un ministro avrebbe dovuto dare risposte e tutti le avrebbero sentite. Questo probabilmente è uno dei motivi» per cui l’esecutivo ha preferito non essere presente alle cerimonie commemorative.

Cerca di gettare acqua sul fuoco il commissario di Bologna Anna Maria Cancellieri: «Il governo è rappresentato dal prefetto, quindi c’è. Non mi portate in discussioni che non mi appartengono». Evita le polemiche anche il prefetto Angelo Tranfaglia: «Su questo non ho alcun commento da fare». E a chi gli ricorda le dichiarazioni fatte ieri dal ministro della Difesa Ignazio La Russa aggiunge: «non ci dovrebbero mai essere i fischi in queste occasioni. Sono occasioni di incontro, grande comunione e di memoria condivisa». Alle 9,30 è partito il corteo al quale partecipano i gonfaloni delle città delle vittime della strage diretto in stazione dove proseguiranno le celebrazioni.

Un silenzio totale ha fatto da sottofondo alla lettura dei nomi delle 85 vittime della strage fatta da Rossella Zuffa e Camilla Andreini, due ragazze nate nel 1980. Dal 2001 il momento che precedeva il fischio delle 10.25, che ricorda lo scoppio, era sempre stato accolto da fischi all’indirizzo dei rappresentanti del Governo, quest’anno assenti. Il corteo, molto partecipato tanto che piazza Medaglie d’Oro non è riuscita a contenerlo tutto, è stato accolto da applausi di cittadini durante tutto il tragitto. Un lungo applauso di oltre due minuti anche alla fine della lettura dei nomi, poi i tre fischi di locomotori hanno preceduto il tradizionale minuto di silenzio, a sua volta concluso con un lungo applauso. Tutti nel capoluogo emiliano si trovano concordi nella necessità di tenere lontana la «polemica politica».

«La commemorazione, che vede come suoi promotori e artefici principali l’associazione dei famigliari delle vittime, insieme alle Forze politiche, istituzionali e civili di Bologna, ha assunto la forma di una tutela della memoria, che è ormai iscritta nella storia viva e nei luoghi simbolici della città, nella quale si rinnovano le ragioni della coesione sociale e morale di un’intera collettività», ha esordito Angelo Tranfaglia, il prefetto di Bologna intervenuto in rappresentanza del Governo.

Napolitano: "Si indaghi sulle complicità"
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato al Presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna, Paolo Bolognesi, il seguente messaggio: «Sono decorsi trenta anni da quel terribile 2 agosto 1980, quando il devastante attentato alla stazione centrale di Bologna provocò ottantacinque morti e oltre duecento feriti. A essi e ai loro famigliari va il mio pensiero commosso e partecipe. La vita di inermi cittadini fu quel giorno spezzata dalla violenza di ciechi disegni terroristici ed eversivi. La definizione delle loro matrici così come la individuazione dei loro ispiratori hanno dato luogo a una tormentata vicenda di investigazioni e processi non ancora esaurita. La trasmissione della memoria di quel tragico fatto e di tutti quelli che in quegli anni hanno insanguinato l’Italia non costituisce solo un doveroso omaggio alle vittime di allora, ma impegna anche i magistrati e tutte le istituzioni a contribuire con ogni ulteriore possibile sforzo a colmare persistenti lacune e ambiguità sulle trame e le complicità sottese a quel terribile episodio. È un tale sforzo il modo migliore di corrispondere alle attese di tutta la nazione e all’ansia di giustizia di chi è sopravvissuto tra penose sofferenze e dei famigliari delle vittime. Altrettanto essenziale è adoprarsi per diffondere sempre di più nel Paese una cultura del confronto democratico e della tolleranza tale da prevenire il ripetersi di analoghi rigurgiti di violenza. Con questi sentimenti, esprimo a lei, signor Presidente, e a tutti i famigliari di chi ha perso la vita in quella orribile strage, la mia affettuosa vicinanza, interpretando i sentimenti di solidarietà dell’intero Paese».

http://www.lastampa.it/

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