Roma - Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha consegnato alle autorità brasiliane una lettera sul caso Battisti indirizzata al nuovo presidente Dilma Rousseff. Nel messaggio, affidato al Segretario generale del ministero degli Esteri brasiliano Luis Nogueira, "si fa stato della ferma determinazione del governo italiano ad esperire tutte le possibili vie legali per ottenere l'estradizione in Italia di Battisti", e si manifesta il "forte auspicio" dell'Italia "affinché il nuovo Presidente possa rivedere la decisione del suo predecessore ed uniformarsi alla sentenza del Tribunale Supremo Brasiliano".
Ieri, nell'ultimo giorno del suo mandato, il presidente uscente Lula aveva negato l'estradizione 1 dell'ex terrorista condannato in Italia all'ergastolo per quattro omicidi, aprendo così un caso diplomatico fra Roma e Brasilia. L'ambasciatore italiano Gherardo La Francesca ha assistito oggi alla cerimonia di insediamento della Rousseff, primo presidente donna del Brasile, ma farà ritorno in Italia già domani, richiamato da Frattini per consultazioni.
Da Lula la neo-presidente eredita così la sua prima crisi, come scrivono i giornali brasiliani, che dedicano ampio spazio oggi al caso che ha raggelato i rapporti con l'Italia, rivelando, fra l'altro, che il presidente Lula non avrebbe telefonato ieri a Silvio Berlusconi e al Quirinale per comunicare la sua decisione di non estradare Battisti perché troppo irritato dalle reazioni italiane alla vicenda, in particolare dopo la diffusione della nota di Palazzo Chigi 2 che definiva inaccettabile la mancata estradizione. "L'idea di Lula era telefonare al premier Silvio Berlusconi per riferire prima l'annuncio della non estradizione", afferma il quotidiano Estado de S. Paulo. "Tale gesto diplomatico è stato messo da parte quando Lula ha saputo le ultime dichiarazioni del governo italiano, inclusa la nota di Palazzo Chigi diffusa giovedì, quando la questione era ancora aperta", aggiunge il giornale, precisando che queste dichiarazioni "hanno rafforzato l'idea che l'estradizione potrebbe aggravare la situazione di Battisti in Italia".
La vicenda suscita polemiche anche in Brasile: il Jornal do Brasil pubblica alcune dichiarazioni rilasciate dall'avvocato del governo italiano, Nabor Bulhoes, che ha definito "un abuso e illegale", sia sul fronte interno sia su quello internazionale, la decisione di non estradare Battisti. Il legale ricorda inoltre che l'Italia intende presentare un ricorso contro tale decisione. E per l'avvocato Francisco Rezek, ex giudice della Corte internazionale di giustizia dell'Aja ed ex ministro degli Esteri brasiliano, la scelta di Lula rappresenta un "errore clamoroso", perché ribalta la pronuncia del più alto organo giudiziario del Paese, il Tribunale Supremo Federale di Brasilia, che aveva concesso l'estradizione dell'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac).
Ma non è detto che sia finita qui: la Corte suprema brasiliana potrebbe infatti ribaltare la decisione di Lula, mettendo in un certo senso d'accordo tutti. Secondo il giornalista Clovis Rossi, esperto di politica internazionale del quotidiano Folha de S.Paulo, potrebbe esserci stato un accordo dietro le quinte, in base al quale Lula avrebbe negato l'estradizione per non alienarsi il suo elettorato più a sinistra, ma il Tribunale supremo avrebbe poi confermato l'estradizione, come è sua prerogativa.
Anche altri esperti concordano nell'opinione che il caso non sia chiuso e che il Tribunale supremo abbia ancora margine per agire. Uno dei massimi giuristi brasiliani, l'ex membro del Tribunale supremo Sepulveda Pertence, che è stato anche presidente della Corte dal 1995 al 1997, sostiene che la vicenda ha caratteristiche particolari. La corte ha deliberato a favore dell'estradizione di Battisti, chiarendo, nella sentenza, che la decisione spetta al presidente ma nei limiti del trattato bilaterale tra Brasile e Italia. Per questo motivo dunque ora la decisione di Lula potrebbe tornare sui tavoli della corte dopo le ferie, a febbraio. E il governo italiano può chiedere al Tribunale supremo di giudicare la decisione di Lula e la corte riesaminarla alla luce della sua compatibilità con il trattato bilaterale.
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