Giovedi' grasso a Venezia, una modella di Pechino
E' la Cina la protagonista del Giovedi' Grasso al Carnevale di Venezia: in Piazza San Marco si stanno alternando, nonostante il freddo e la bora che in serata ha ripreso a soffiare, sei diversi spettacoli per un totale di di 95 artisti, ballerini, acrobati dell'Opera di Pechino. La neve di stamattina e la leggera pioggia che l'ha seguita non hanno fermato la festa veneziana. Gli artisti cinesi, vestiti di abiti coloratissimi, si alternano sul Gran Foyer, il palco costruito per l'occasione, dando una sintesi di musica, danza, arte acrobatica con i loro numeri di danze con i nastri e con le spade. L'Opera cinese, sviluppatasi piu' di 200 anni, mescola arte drammatica, pantomima, musica, canto e danza. Perplessita' del pubblico solo per una sfilata con giovani indossatrici quasi nude, che non hanno mancato pero' il loro giro sul palco. Il maltempo ha determinato un unico spostamento nel programma del Carnevale veneziano: il Concorso della Maschera piu' bella, spostato a domani mattina.
Quest'anno la selezione assegnera' premi alla piu' bella maschera in assoluto e al piu' bel travestimento in stile Ottocento, premiati rispettivamente con un due giorni di studio a Londra e due a Venezia, in occasione della Regata Storica. In tutto, oggi, gli arrivi sono stati circa 10mila, cui vanno sommati gli ospiti gia' negli alberghi. ''Siamo contenti di questa edizione del Carnevale 2011, si preannuncia un gran pienone per il prossimo fine settimana'', ha commentato Vittorio Bonacini, presidente dell'Associazione veneziana albergatori, 450 alberghi a Venezia e provincia. Sabato e domenica scorsi, spiega, c'e' stato un miglioramento rispetto allo scorso anno nelle richieste di pernottamento e ''gia' da lunedi' i nostri call center stanno soddisfacendo le richieste per l'ultimo fine settimana della kermesse''. E' stato inoltre scongiurata, almeno per il prossimo weekend, l'agitazione del personale dei trasporti pubblici che l'assessore comunale al Turismo Roberto Panciera ringrazia per aver ''saputo far prevalere gli interessi della citta' e il doveroso senso di ospitalita' per le migliaia di turisti che si riverseranno in laguna in questi giorni''. Gran successo intanto delle visite a monumenti e palazzi della citta' lagunare, per domani all'Ateneo Veneto e' gia' tutto esaurito. E sempre domani, Venerdi' Grasso, parte la terza edizione del Carnevale nell'Isola di San Servolo, con laboratori, giochi e animazioni per i bambini dai 5 ai 10 anni.
In Italia tutti i riti legati al Carnevale - sfilate, processioni, grandi spettacoli, parate in maschera – hanno un comun denominatore: la teatralità. Per ogni festa, dalle Alpi alla Sicilia, c’è una preparazione artigianale molto attenta, quasi maniacale, dei costumi, dei travestimenti, dell’allestimento delle scene e dei carri. Nulla è lasciato al caso, se non la voglia di divertirsi del pubblico e la fantasia nel creare le maschere. In ogni luogo, dalle città alle vallate, dal mare alle montagne, c’è una scenografia diversa, irripetibile: l’architettura di una piazza, il corso di un fiume, il sentiero di un bosco, il viale o il lungomare di una città, i saloni di un palazzo.
Ovunque si fa festa: il rito pagano del mascheramento carnevalesco si mescola alle tradizioni cattoliche locali e si ripete ogni anno in gesti e usanze sempre più giocosi e sfarzosi. Per tutti il Carnevale – che quest’anno culmina l'8 marzo – è il momento dell’esplosione dei sensi e la necessità, almeno per un giorno, di dimenticare problemi e difficoltà, di dimenticare se stesso vestendo i panni di un “Pulcinella qualunque”. E’ l’esaltazione degli sberleffi, della fantasia, degli stati d’animo più pittoreschi e peccaminosi, prima di lasciare spazio alla purificazione quaresimale. La stessa parola carnevale, che significa carnem levare, cioè eliminare la carne, anticamente indicava il banchetto che si teneva l’ultimo giorno dei festeggiamenti - il martedì grasso -, subito prima del periodo di astinenza e di digiuno della Quaresima – il periodo che precede la celebrazione della Pasqua.
Va detto però che il Carnevale non termina ovunque il martedì grasso: chi osserva il rito ambrosiano, cioè nella maggior parte delle chiese dell’arcidiocesi di Milano, la Quaresima inizia di domenica; quindi nel capoluogo meneghino l’ultimo giorno di carnevale è il sabato, 4 giorni dopo rispetto al martedì del rito romano. Ogni borgo, ogni vallata, ogni città, ogni quartiere ha un carnevale da raccontare e lo fa attraverso usanze popolari diverse: dal suono dei campanacci dei Mamuthones in Sardegna alle battaglie a colpi d’arance di Ivrea e alla musica dei carri barocchi di Acireale e Viareggio; da Nord a Sud è un susseguirsi di feste e di parate.
Conoscerle significa fare un viaggio nel folclore del nostro Paese, alla scoperta di tradizioni e di antichi costumi artigianali popolari. Il Carnevale di Venezia (www.carnevale.venezia.it), assieme a quello di Viareggio, di Putignano e di Ivrea, è considerato tra i più importanti al mondo, la cui fama travalica i confini nazionali e attrae ogni anno l’interesse di migliaia e migliaia di visitatori italiani e stranieri. Il Carnevale di Venezia è conosciuto soprattutto per la bellezza dei costumi, lo sfarzo dei festeggiamenti del volo dell’Angelo che ne consacrano l'apertura e il corteo della festa delle Marie e soprattutto la straordinaria e magica atmosfera della laguna, delle calli, dei canali, dei ponti, dei palazzi storici dove si svolgono i balli, le feste più ricercate, le mostre d’arte, le sfilate di moda e gli spettacoli teatrali, che fino all’8 marzo impazzano ovunque.
In provincia di Udine, uno dei carnevali più antichi dell’arco alpino è quello di Sauris (www.sauris.org), caratterizzato dalla famosa “Notte delle Lanterne”, quando maschere in legno, divise in belle e brutte, sfilano lungo le vie del paese e della vallata. Protagoniste del corteo sono le magiche figure del Rölar e del Kheirar, che disciplinano le due diverse schiere: Rölar è una figura demoniaca, con la faccia annerita dalla fuliggine, e il Kheirar è il re dei festeggiamenti con il volto celato da una maschera di legno, i vestiti laceri e una scopa in mano, che usa per battere alle porte delle abitazioni in cui vuole entrare.
Lo storico Carnevale d’Ivrea (www.carnevalediivrea.it), riconosciuto come “manifestazione italiana di rilevanza internazionale”, è famoso per la Battaglia delle Arance, momento culminante della festa. La battaglia è una rappresentazione storica di una vera lotta popolare contro un barone, combattuta a colpi di arance tra i cittadini a terra, gli aranceri, e le armate del feudatario sui carri. L’intero carnevale, uno dei più spettacolari e divertenti d’Italia, dunque, rappresenta sotto forma di allegoria la rivolta dei cittadini per la libertà dal tiranno. Un altro momento importante della festa, con il lancio di dolci e regali alla popolazione, è il corteo della Mugnaia, che nel passato uccise veramente il barone. Goliardico e giocoso è il Carnevale di Cento (www.carnevalecento.com), conosciuto anche come il Carnevale d’Europa perché è il primo a essersi gemellato con il più famoso di tutti i Carnevali: quello di Rio de Janeiro. Nella cittadina ferrarese sfilano bellissimi carri allegorici in una scenografica animazione.
Anche il Carnevale di Viareggio (www.viareggio.ilcarnevale.com) è uno dei più apprezzati a livello internazionale: a caratterizzarlo sono i carri allegorici che sfilano per le strade della città, sui quali troneggiano enormi caricature in cartapesta di personaggi famosi legati all’attualità, al mondo della politica, della cultura, dello sport o dello spettacolo, rivisitati con ironia. Sempre in Toscana, in provincia di Arezzo, c’è il Carnevale di Foiano della Chiana (www.carnevaledifoiano.it), simile alle feste di molti altri borghi della regione, dove fino al 13 marzo quattro rioni da sempre rivali - Bombolo, Azzurri, Nottambuli e Rustici - gareggiano per la coppa del Carnevale, dando vita a una festa con carri allegorici e maschere colorate. Tra i carnevali più antichi d’Italia c’è anche quello di Fano (www.carnevaledifano.com), famoso per il tradizionale lancio di caramelle e cioccolatini durante le sfilate. Questo rituale risale al passato, quando al termine di un Palio, disputato con cavalli e asini, il vincitore festeggiava lanciando al pubblico deliziose offelle al miele, i tipici dolci locali. La Puglia è la regione italiana con il maggior numero di manifestazioni legate al Carnevale: il Carnevale di Putignano, il più lungo d’Italia, quello di Massafra, di Gallipoli e di Manfredonia. Ha origini antichissime il Carnevale di Putignano (www.carnevalediputignano.it), tra i più noti d’Italia, una festa ricca di tradizione che, ogni anno, ripropone il divertente e simbolico rovesciamento dei ruoli sociali. All’interno della manifestazione ci sono vari eventi: la“Festa delle Propaggini”, la “Festa dell’Orso” e il “Funerale di Carnevale”, tutti all’insegna del puro divertimento.
Il più bel Carnevale in Sicilia è quello di Acireale (www.carnevaleacireale.com), considerato anche uno dei più antichi dell’isola. E’ una grande festa popolare piena di colore e d’allegria che invade le piazze e le vie barocche della città con una grande varietà di carri allegorici e di cartapesta. In Sardegna, a Mamoiada, 18 chilometri da Nuoro, si svolge la festa dei Mamuthones (www.mamuthones.it), il Carnevale più caratteristico del nostro Paese, carico di simboli e di drammaticità. Nel piccolo centro agricolo e pastorale, circondato da foreste di querce e castagni, uomini con bellissime maschere di legno, assicurate al viso con cinghie in cuoio e contornate da un fazzoletto di foggia femminile, sfilano coperti da pelli di pecora nera e da 40 campanacci di varie dimensioni. Le campane più piccole, in bronzo, sono tenute insieme come una collana; quelle più grosse, invece, vengono disposte in ordine decrescente dalle spalle alla schiena, legate tra loro da sottili strisce di cuoio. Nel corteo i Mamuthones sono affiancati dagli Issohadores, personaggi vestiti in modo colorato e brioso, che danno movimento alla processione. Sempre in Sardegna, a Oristano, c’è una festa di carnevale molto spettacolare e coreografica: la Sartiglia (www.sartiglia.info). E’ una simbolica celebrazione di riti carnevaleschi, una giostra d’origine medievale, scandita dai ritmi dei tamburi e dai suoni delle trombe, dove audaci e temerari cavalieri vestono abiti tradizionali molto belli e a cavallo sfilano su un tracciato di terra e fieno. I cavalieri mascherati danno prova di abilità cercando di infilare la propria spada nel piccolo foro di una stella argentata.
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