Passione, coraggio, amore, talento: sono le parole chiave per ogni puntata del programma di Mario Calabresi che prevede sue racconti per una «foto di gruppo» degli italiani di oggi
Milano - È un Hotel Patria molto particolare quello che da lunedì prossimo aprirà una finestra sull’Italia, in diretta, prima serata di Raitre. Vi abitano persone non straordinarie ma che sono riuscite in qualche modo ad affrontare o superare i tanti problemi della vita. A condurre il programma in quattro puntate è Mario Calabresi, direttore de La Stampa, debuttante su questi schermi. «Quando poco prima dello scorso Natale il vicedirettore di Raitre Fernando Masullo mi ha proposto di fare un programma in televisione, sono rimasto perplesso. Non ci avevo mai pensato, ma forse proprio per questo le storie hanno cominciato da sole ad arrivarmi in testa. Ho chiamato Masullo e ho accettato».
In Hotel Patria , otto storie di passione, coraggio, amore e talento, temi conduttori delle quattro puntate. Ascolteremo le voci dei bambini della scuola elementare di Via Paravia a Milano (la stessa dove studiò Calabresi) con la più alta densità di allievi extracomunitari d’Italia. «Su novantatré bambini della mia ex scuola, oggi ottanta sono stranieri - racconta il direttore -, e a loro abbiamo chiesto d’immaginare l’Italia che vivranno a cinquant’anni. In un momento politico come questo, dove non si guarda più in là di qualche mese, mi è piaciuto riflettere e far riflettere su un futuro che sembra lontano ma che ci cadrà addosso prima di quanto pensiamo». Ci sarà la storia di un macellaio di Musso nel Comasco che grazie all’amore provato per il fratello morto prematuramente, appassionato di barche, si è messo a costruire barche a vela. Oggi la sua azienda è la numero uno al mondo per i natanti della classe Start. Senza mai smettere di fare il macellaio.
In ogni puntata due storie di gente «normale» e la presenza in studio di personaggi famosi ma che non incontreranno Calabresi per promuovere dischi o film. «Nel mio compito di narratore sarò aiutato da ospiti come Aldo Giovanni & Giacomo, Dino Meneghin e Vinicio Capossela per la prima puntata. Per la seconda si parlerà di criminalità e avrò Luca Zingaretti, nella terza i giovani saranno i protagonisti, così avrò Lorenzo Jovanotti. Amo la sua musica e ho usato la parte strumentale di Ora come sigla. Nell’ultima puntata, per parlare di una Napoli tecnologica, attenta, innovatrice, ci sarà certamente Fabio Volo». Raccontando persone e fatti, Hotel Patria si proporrà di stimolare, forse emozionare e far riflettere il telespettatore su chi siano oggi gli italiani, ospitando interviste a persone diverse fra loro ma unite da una realtà fatta di solitudine: come vedono l’Italia quattro suorine di clausura o un solitario guardiano del faro? Come guarda al nostro Paese un navigatore come Giovanni Soldini mentre è all’ancora nel porto di New York e sta organizzando la sua prossima traversata in solitario? E poi spazio alle «lettere al Direttore». Calabresi è andato a cercarle tra le migliaia di missive scritte dai lettori de La Stampa nel corso del tempo, trenta, quaranta o anche cinquanta anni fa e Nicoletta Orsomando, la più famosa delle ex signorine Buonasera, ne leggerà dei brani. «Queste letture - sottolinea Calabresi - ci daranno modo di confrontarci con un passato e con problematiche antiche ma attualissime. Noi non vogliamo raccontare il bene sottolinea il direttore -, ma vogliamo parlare dei problemi più grossi del Paese attraverso persone normali che ci mostrano come con la tenacia si possa provare a farcela».
La scenografia è d’effetto, un grande lampadario al centro, come nella hall di un albergo d’altri tempi, al pian terreno un grande schermo cinematografico circolare sul quale scorrono immagini delle storie raccontate e dei loro protagonisti. Per il pubblico (un centinaio di persone), un primo piano sorretto da travi verticali e sul quale si aprono le stanze dell’ Hotel Patria .
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