(di Alessandra Rotili)
(ANSA) - Angoli ‘green’ nei supermercati, festival a tema,
cene a domicilio e perfino una notte dedicata. Per molti la parola è
ancora un nonsense, eppure la consapevolezza etica a tavola e dintorni è
diventata un fenomeno: quello declinato con la ‘v’ di vegan, una
scelta alimentare ma soprattutto uno stile di vita che esclude dai
piatti non solo carne e pesce come fanno i vegetariani, ma anche uova,
latte e derivati. E non c’è dietro esclusivamente l’amore per gli
animali a sostenere la svolta radicale, perché per tanti quella veggie è
una strada salutista che fa vivere meglio e guarda con maggiore
rispetto alla vita del pianeta. E così i numeri sono in netta crescita:
i dati Eurispes del 2013 parlano di 3.720.000 vegetariani in Italia, il
6% della popolazione di cui l’1,1% vegano: e se si pensa che appena un
anno fa non si arrivava nemmeno a uno si può dire che il fenomeno è in
decisa espansione. Tanto da far gridare alla moda, che però non piace a
chi questa scelta l’ha abbracciata da tempo.
I 600mila vegani sparsi in Italia – l’identikit parla di giovani
tra 25 e 34 anni – di sicuro ora hanno maggiori opportunità, e
nonostante le ancora molte diffidenze, la vita non è più uno slalom tra
detrattori-carnivori convinti.
Crescono infatti anche gli appuntamenti a tema: come il Veg fest
che si è celebrato a Bologna lo scorso settembre con 32.000 visitatori.
Un record. Tante poi le associazioni, i blog, e i siti di cucina veg
perché soprattutto intorno alla sfera alimentare la curiosità è in
ascesa: e sono in particolare gli uomini ad avvicinarsi alla svolta per
ragioni salutiste. Mangiare le verdure fa bene al fisico, dicono. Ma la
cucina vegan non è fatta solo di ortaggi: dai legumi ai cereali,
passando anche per gli ormai sempre meno sconosciuti tofu, seitan e
tempeh, il ricettario è davvero ricco . A promuovere il veg sono in
molti, anche medici che ritengono questa scelta alimentare ottima per
combattere patologie come l’obesità, il diabete e quelle
cardiovascolari. A Milano poi è stata avanzata la proposta di inserire
nelle mense scolastiche un giorno con il menù vegano. Lo è già il
mercoledì della Lav: la Lega antivivisezione ha infatti già istituito la
giornata veg in cui partendo dalla tavola si pensa al pianeta, alla
salute e agli animali. Se tutta la popolazione adulta adottasse il
mercoledì veg il risparmio sarebbe pari a miliardi di chilometri in meno
percorsi in auto e miliardi di litri d’acqua preservati. Perché per
fare un kg di carne si consumano 15.500 litri d’acqua e ogni hamburger
comporta la distruzione di cinque metri quadrati di foreste. Mangiare
veg significa anche mangiare tutti: la scelta è anche contro la fame nel
mondo perché il 50% dei cereali e il 90% della soia prodotti al mondo
servono solo a nutrire gli animali d’allevamento. Le cui condizioni di
‘non’ vita sono sotto gli occhi di tutti. E il 4 ottobre in tutta Italia
si è celebrata la Prima notte veg: promossa dalla casa editrice
Sonda, da 25 anni punto di riferimento dei vegani, ha visto coinvolti
oltre cento ristoratori, anche non specializzati, che da nord a sud
hanno unito la penisola per una festa in simultanea di consapevolezza
etica. Un appuntamento destinato a diventare fisso.
Il primo novembre intanto in tutto il pianeta si celebra la Giornata Mondiale Vegan,
un’occasione di incontro, dibattiti, promozione anche nelle scuole, per
promuovere i benefici di questa scelta e anche assaggiare i piatti a
colori che la cucina cruelty free propone. E allora go vegan.
www.ansa.it
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